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Annamaria Ferraro di Castiglione
Di antica casata napoletana, già legata alla corte borbonica, che annovera alcuni illustri giuristi, trascorre la sua adolescenza nei terribili anni della II guerra mondiale.
Il padre, Edmondo, che ha vissuto il magico periodo della Napoli culturale e mondana tra le due guerre – dal dandismo degli anni ’20 a quegli anni ’30 che, grazie alle influenze francesi, inglesi ed americane, segnano la fase più internazionale della città – già animatore della scena culturale cittadina, amico di Farouk d’Egitto e di molti altri personaggi che avevano stabilito nella città partenopea la loro residenza o vi avevano soggiornato a lungo, e la madre, Giuseppina Di Ciò di Mirabella, allevata nell’esclusivo educandato Poggio Imperiale di Firenze, frequentato negli stessi anni anche dalle fanciulle di casa Savoia, di straordinaria bellezza, ma ritrosa ed introversa, s’incontrano e si sposano quando sono entrambi più che trentenni.
Edmondo, di spirito liberale, non aderirà mai al fascismo, e tale impostazione ideologica lascerà una traccia significativa nella formazione della piccola Annamaria.
I bombardamenti su Napoli, che a partire dal 1943 diventano sempre più incessanti, costringono la famiglia a lasciare il palazzo di città e a rifugiarsi in campagna nei possedimenti di Gragnano. Annamaria, pur se giovanissima, mostrando già così la sua intraprendenza ed il suo spirito d’iniziativa, organizza il ménage familiare e coordina il lavoro dei giardinieri, ma senza trascurare ciò che maggiormente l’affascina : la letteratura ed in particolare la poesia. Sono proprio di questo periodo le sue prime composizioni in rima.
Il rientro a Napoli, nel 1946, e la ripresa degli studi non rallentano, ma anzi ravvivano la sua passione e gli incontri con alcuni intellettuali napoletani, amici di famiglia, la incoraggiano a impegnarsi più intensamente. È proprio in quegli anni che ella scopre il suo interesse per l’arte, soprattutto quella classica. Tuttavia, non manca di dedicarsi insieme ai genitori ad attività di solidarietà nei confronti dei più colpiti dalle conseguenze della guerra.
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